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Jenus di Nazareth – Redux vol.01

Jenus di Nazareth – Redux vol.01

 

Don Alemanno

Attualmente la pagina Facebook di Jenus vanta qualcosa tipo 415mila fan.

Un bel numero, è innegabile, ancora di più se si parla di un fumetto satirico. È un risultato che ho conseguito con “fatica” (le virgolette sono d’obbligo) e con il preziosissimo aiuto di Angius, senza il quale sarei letteralmente impazzito nel cercare di amministrare la pagina realizzando allo stesso tempo storie e disegni.
Un’altra colonna portante della mia storia fumettistica sono stati gli stessi supporters (che io amo chiamare “Discepoli e Pecorelle”) che condividendo spesso le Pillole di Jenus, mi hanno consentito di essere oggi discretamente conosciuto sui social network.
Ora sto per dire una una cosa scontata, banale e terribilmente già sentita:
Quando i numeri diventano importanti, si corre il pessimo rischio di dimenticarsi che dietro ogni like c’è una persona.
Sino a poco tempo fa pensavo fosse un luogo comune, e pensavo non mi sarei mai piegato ad usare espressioni così insipide. Eppure mi devo arrendere all’evidenza: la rete crea questo brutto scherzo, e senza che inizialmente te ne renda conto, questo ha delle conseguenze.
Nel mio caso, si è trattato di mancanza di rispetto, intellettualmente parlando. So perfettamente che non si dovrebbe dire una cosa del genere, perché da che mondo e mondo l’onestà viene considerata controproducente.
Siccome sono, come avrete notato, discretamente contrario a tutto ciò che vale per gran parte del mondo, preferisco dirvi come stanno le cose.
La mia mancanza di rispetto si è manifestata nel fatidico passaggio dal web alla carta, che è avvenuto nel Maggio del 2013. Già a Dicembre dell’anno precedente avevo stampato Jenus Numero Zero, totalmente autoprodotto, in edizione limitatissima di circa 400 copie. Non c’era, in quell’operazione, la pretesa che il tutto diventasse ciò che sarebbe diventato poi da lì a poco.
Subito dopo la stipula del “patto d’acciaio” con MagicPress, preparai l’uscita del Numero 1 del bimestrale, con grande entusiasmo e con la convinzione (più da parte mia che della stessa Magic) che l’albo avrebbe avuto così tanto successo da necessitare presto una ristampa. Una… ristampa.
Ma avevamo pensato in ribasso: le copie vennero letteralmente sbranate in pochissimo tempo, tanto da necessitare di ben quattro ristampe.
Era tutto molto bello e soddisfacente, visto anche che all’epoca i fan su Facebook erano circa 70mila, e quindi la percentuale di coloro che avevano deciso di darmi fiducia, passando dalle vignette gratuite della rete all’acquisto del cartaceo, era stata altissima.
Era stata, a conti fatti, decisamente superiore a quella che normalmente riguarda i casi di questo tipo (tranne Zerocalcare, ovviamente).
In tutto questo, c’era un piccolo, enorme problema. Potrei utilizzare dei giochi di parole, delle metafore, delle immagini suggestive per spiegare il concetto, ma in realtà è decisamente meglio ricorrere alla sintesi: il Numero 1 di Jenus, era, fumettisticamente parlando, pessimo.
Tu che stai leggendo ora, puoi appartenere a due categorie distinte:
1) quelli che l’hanno comprato
2) quelli che non l’hanno comprato.
All’interno di queste categorie “madri” ci sono varie possibilità, tipo che l’hai comprato e sei d’accordo con la mia affermazione, oppure no, oppure così così. Oppure non l’hai comprato e eri intenzionato a farlo, prima o poi. Oppure no. E si può andare avanti con tutte le sfumature di grigio…
A qualunque sottocategoria tu appartenga, dirti con limpidità cosa penso del Numero 1 di Jenus risulterà comunque azzardato. Se provassi a mettermi nei panni di un osservatore esterno risulterebbe rischioso, e forse anche stupido.
Ma è il mio modo per dimostrarti (anche se non è sufficiente) che sono disposto a recuperare oggi quel rispetto che è venuto meno in quel frangente. E non è assolutamente necessario che tu sia tra coloro che lo avevano comprato. Magari non l’hai fatto, ma potenzialmente l’avresti potuto fare, e di conseguenza il discorso vale anche per te.
È comune a tutti gli artisti o presunti tali, la sindrome di… di… non so se abbia un nome… comunque: quella per la quale ti fanno schifo le cose che hai fatto anni prima, e a malapena riesci a guardarle.
Nel caso dei musicisti, ne ho sentiti anche di famosissimi dire di odiare le registrazioni dei loro primi album, che però per la maggior parte dei fan costituiscono delle pietre miliari intoccabili. Steve Harris degli Iron Maiden definisce “inascoltabile” il primo omonimo album. Ho detto tutto.
Lungi da me mettermi sullo stesso piano di certi mostri sacri, ma non nego di essere affetto anche io, in buona parte, da questa sindrome.
Ciò che voglio esprimere riguardo Jenus però, va oltre questo.
Quello che provo nei confronti della prima pubblicazione è un amore/odio distribuito in questo modo: alla storia di Jenus, al personaggio e a quello che rappresenta, va tutto il mio affetto e la mia stima. A me stesso, per il modo in cui l’ho elaborata, va una discreta razione di biasimo.
Jenus meritava molto, molto di più. Tu che l’hai comprato, o che potenzialmente avresti potuto farlo, meritavi molto di più. Jenus è una bella storia, con un’idea alla base interessante, e me ne fotto se i miei detrattori pensano il contrario (magari sei uno di questi, benvenuto).
Anzi, paradossalmente molti dei miei detrattori sono d’accordo con questo punto! Jenus è un’idea interessante, magari anche geniale come dicono molti, ma pessimamente elaborata, nella sua versione fumettistica.
Jenus di Nazareth è la storia di Gesù che scende per la seconda volta sulla Terra in picchiata, dal Regno dei Cieli. Dio, per errore, gli dà forma umana troppo presto, facendolo schiantare al suolo. Al risveglio dal coma, non ricorda di essere Gesù. Ha tutti i poteri del Messia, e tutte le risposte, solo che non se le ricorda.
Questa intuizione è stata la cosa più “fortunata” (io non penso esista la fortuna) della mia vita artistica, e sicuramente una delle migliori della mia vita in generale.
Peccato che nel trasformare le Pillole di Jenus -autoconclusive, divertenti e condivisibili in rete- in una storia bimestrale, siano emerse tutte le pecche che mi riguardavano, da un punto di vista meramente tecnico.
Io sapevo perfettamente cosa avevo in testa, sapevo cosa volevo dire e sapevo anche che era importante dirlo. Il problema era che non avevo gli strumenti per farlo, e mi sono buttato a capofitto in qualcosa decisamente più grande delle mie possibilità di allora.
Nel disegnare, usai strumenti di fortuna senza applicare nemmeno il minimo sindacale della cura che la testata avrebbe meritato. È vero, so cosa pensano molti: si tratta pur sempre di satira, lo scopo è far ridere, far riflettere, a volte entrambe le cose, a volte solo una. Perfetto, tutto molto bello. Peccato che ci sia un limite alla decenza, e il Numero 1 di Jenus, così come i suoi immediati successori, lo hanno decisamente superato.
La maggior parte delle tavole fanno ridere i polli, e non in senso positivo. Sono buttate là con totale mancanza di consapevolezza di come si dovesse realizzare un fumetto, i testi spesso e volentieri “inciampano” nei vari passaggi delle vignette, perché non avevo la minima idea di come si potessero, con efficacia, unire diverse gag in una storia continuativa.
Le stesse gag, inserite alla membro di segugio senza il giusto tempo comico, erano per la maggior parte delle volte ridicole e a parer mio molto poco divertenti. Il linguaggio è volgare oltre l’utile, in alcune parti. E quando la volgarità è fine a se stessa, senza una reale efficacia, è deleteria per l’intera opera.
Questa, è la sincera verità.
Peccato che ne abbia preso consapevolezza solo ora, a distanza di quasi 4 anni, e dopo che quel numero è stato abbondantemente distribuito in fumetterie, librerie, fiere e quant’altro. Posso tornare indietro? No… non secondo le regole della fisica classica, per lo meno.
Ma posso fare in modo di correre ai ripari, fornendoti oggi, con assoluta convinzione e con tutte le migliori intenzioni di questo mondo, una valida alternativa.
Jenus Redux è ciò che Jenus sarebbe dovuto essere sin dall’inizio, sin da quel Numero 1 che oggi a malapena riesco a sfogliare.
La stessa storia, lo stesso plot, lo stesso script, ma con una sceneggiatura (cioè, concretamente, i dialoghi e i vari collegamenti tra essi) migliorata, rivista quasi interamente e arricchita di nuove pagine e nuove gag.
jenus_1_confrontoI disegni sono stati realizzati totalmente da zero, senza preservare neppure una delle pagine originali. Jenus Redux non è la ristampa del numero 1 originale, ma una riedizione a tutti gli effetti, TUTTA RIDISEGNATA nello stile che potete vedere dalle tavole di anteprima.
Ammetto di aver provato non poca emozione nel rimettere mano alle vicende del primo numero, dando loro la giusta cura. È stata una sorta di “rivalsa”, quasi come riconciliarti con un fratello con il quale non parlavi da anni, togliendoti un grosso macigno dallo stomaco.
Grazie alla stretta collaborazione con MagicPress, che mi ha messo a disposizione tutte le risorse necessarie per lavorare al meglio (i bravissimi collaboratori Maurizio Nonnis e Paola Rossetti), Jenus Redux può finalmente raccontare le vicissitudini dello smemorato Messia come Dio comanda.
Per inventare delle belle storie, le cose fondamentali sono il proprio estro e il proprio intuito. Per raccontarle, queste due cose non sempre bastano. Grazie agli insegnamenti del grande Riccardo Secchi (già scrittore per Disney, Mondadori, Bonelli), ho imparato come si sviluppa, veramente, una bella storia.
E soprattutto ho imparato come questa va messa su carta.
Con il volume 1 di Jenus Redux tutto ricomincia da capo, è vero, ma con lo stesso formato dell’edizione originale.
Strano, vero? Sì, in effetti una riedizione prevede sempre, nell’editoria, delle modifiche sostanziali alla dimensione e allo spessore del volume. In questo caso però, ecco il secondo elemento che sono disposto a mettere in gioco, dopo l’onestà, per meritarmi nuovamente la tua fiducia: avendo lo stesso formato della serie originale, Jenus Redux volume 1 ti consentirà di “sostituire” fisicamente il primo numero della serie, oppure di affiancarlo a quest’ultimo, senza costringerti per forza a seguirne una nuova serie.
Se, come dentro di me sono convinto, il primo volume di Jenus Redux avrà il seguito che merita, ci sarà la possibilità di andare avanti con una serie Redux completa anche dei numeri seguenti, opportunamente rivisti e migliorati.
Siete tu e gli altri miei lettori a decidere le sorti del Redux. Da parte mia c’è la promessa che, se riporrete in me la fiducia che avevo (anche se in buona fede) tradito, stavolta non rimarrete delusi.
Fate avere a Jenus Redux la giusta attenzione, e con Magic andremo avanti anche con i volumi successivi. Consigliatelo o regalatelo per Natale ai vostri amici, parenti, nemici, benzinai, parroci del paese, e Jenus Redux potrà, da “una tantum”, diventare una serie a tutti gli effetti.

DIPENDE SOLO DA VOI.

Io, credetemi, stavolta ci ho messo tutto me stesso.
Compresi dei fluidi, ma questa è un’altra storia.

E se non bastasse, c’è un’altra sorpresa in esclusiva: il volume 1 Redux uscirà in anteprima a Lucca Comics 2016 con una cover variant firmata dal mio amico e (inconsapevole) mentore Leo Ortolani!!

Ehhhh amici miei, siamo veramente al top! Si tratterà di una edizione limitatissima, quindi accorrete numerosi per farla vostra.

È finito il tempo dello scazzo a tutti i costi. Jenus è una cosa importante, e ho intenzione di trattarlo come tale. Perché se lo capisci veramente, ti dice qualcosa cosa che può davvero farti vedere il mondo sotto un’altra luce.

Ho iniziato con la lampadina fulminata.
Ora l’ho sostituita.
Non ci sono più scuse.

Che la pace sia con te.

Don

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Jenus di Nazareth – Redux vol. 1
Autore:
Don Alemanno
Formato: 170 x 24 cm, Brossura, 96 pagine., B/N
Genere: Umoristico
Prezzo: 5,00 euro

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